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"Quando si entra in una casa vuota, ciò che più stimola l’indagine dell’occhio non sono certo le aperture ad arco, le grandi vetrate, gli spazi unici. No, sono le porte chiuse quelle che accendono la fantasia o eccitano la paura."

 

- Vanni Jahier, brigatarock.blogspot.it (Feb 05, 2013)

"[...] una qualità sopra la media che rimane costante per quasi tutta la durata del lavoro.[...] Un concept che propone le tipiche sonorità del progressive rock d’antan in maniera naturale e per nulla forzata sin dai primi vagiti dell’album. Re del niente e La città delle terrazze strizzano l’occhio a Balletto di Bronzo e Banco del Mutuo Soccorso e si fanno apprezzare i suoni delle tastiere di Filippo Mattioli, le incursioni di Marco Brenzini al flauto e le ritmiche hard di Jacopo Fallai. Molto particolare la voce di Sandro Parrinello, personale, espressiva. [...] Il contrasto tra l’anima progressive e quella wave affiora anche in Rigattiere dei sogni infranti dove ci sono dei passaggi strumentali davvero notevoli, soprattutto negli intrecci tra flauto e organo. Anche Oceano e Animale del deserto confermano lo spirito prog dei toscani. [...] Golem è un disco che mostra il talento di una giovane band da tenere nella giusta considerazione negli anni a venire."​
- Luigi Cattaneo, unprogged.com (Jul 07, 2012)

 

"[...] Le Porte non Aperte: una band che potrebbe essere finita da noi tramite una macchina del tempo [...] è impressionante come nel panorama stantìo dell’underground, dove spesso ci sono soluzioni trite e ritrite, che venga fuori una band così ricca sia a livello di sound che a livello di “tematiche”[...] per gli amanti del genere, è un disco da non perdere, curatissimo in ogni dettaglio. [...] la storia che raccontano è simbolica, come tutti i capolavori del genere: ognuno può trovarci delle analogie sociali o un commentario al proprio tempo, ed è quindi attualissima. Una storia perfetta, che solo una band preparata e matura, poteva partorire.E credo che si tratti di un lavoro destinato a durare nel tempo. Siamo rimasti a bocca aperta dall’enorme talento di questo gruppo [...] ed inoltre si parla già con entusiasmo delle esibizioni live della band [...] con gente come Le Porte non Aperte son sicuro che il prog riacquisterà nuovamente una nuova stagione d’oro [...]"
- Francesco Lenzi, 24meridiani.it (Sep 10, 2012)

"[...] Liberare il progressive dalla degenerazione virtuosistica, «riportarlo alla dimensione popolare che era proprio della rilettura italiana» è l'obiettivo di Le porte non aperte che, nel concept Golem, si ispirano al Manifesto degli imprevedibili, redatto ad Arezzo nei primi anni sessanta da architetti, teorizzatori dell'utopia della realtà. Raccontando la storia di un re che si accorge d'essere l'ultimo ingranaggio di una gerarchia ignota, restituiscono una metafora del potere sotto forma di fiaba nera, «di percorso metafisico, alla ricerca di un pensiero che vada aldilà del contingente» spiega Jacopo Fallai. Nulla a che fare con l'immaginario di destra, al quale - negli anni Ottanta - il progressive fu accostato: «Il prog per noi è apolitico». Anzi, quasi anarchico."
- Fulvio Paloscia, La Repubblica (Jan 08, 2013)

 

"Quando si entra in una casa vuota, ciò che più stimola l’indagine dell’occhio non sono certo le aperture ad arco, le grandi vetrate, gli spazi unici. No, sono le porte chiuse quelle che accendono la fantasia o eccitano la paura. Sono le porte non aperte. [...]Lo dico subito. Lo dico chiaro: il progressive italiano aveva bisogno di una svegliata. [...]E’ proprio (e splendidamente!) di hard progressive che si parla con Le Porte Non Aperte. Non ci sono bislacchi avvitamenti su sé stessi, ampollosità sterili, infinite seghe mentali, compiacimenti estetici. Non si abusa con i tempi dispari solo per il gusto di ficcarceli a forza come se il prog non possa esistere se non assurdo e singhiozzante. Qui è l’energia che caratterizza il suono. [...]"
- Vanni Jahier, brigatarock.blogspot.it (Feb 05, 2013)

"[...] ascoltando con attenzione il primo eccellente lavoro dei toscani: Le porte non aperte, dal titolo Golem, un cd rilasciato da Ma.Ra.Cash Records in una confezione digipack a tre ante, il pensiero si immerge in maniera repentina verso quei suoni del rock-progressive italiano anni 70[...] Reminiscenze crimsoniane dei primi dischi, narrazioni stile Banco, afflati seventies in ogni traccia con chiari riferimenti alla Premiata Forneria Marconi, Biglietto per l’Inferno e Balletto di Bronzo, ecco le griglie conoscitive che ti rassicurano e ti fanno godere appieno il nuovo prodotto! [...]"

- Mauro Selis, mat2020.com (Feb 04, 2013)

 

"[...] facendomi credere che il suono de LE PORTE NON APERTE, mi avesse per un po' di tempo, riportato indietro nel tempo agli anni settanta [...] ma la musica che ascoltavo, quella era vera, non era un sogno, una miscela ardita di Premiata Forneria Marconi, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, non tralasciando spruzzate di Jethro Tull e due gocce di Deep Purple [...] L.P.N.A. sanno suonare eccome, non sbagliano niente e mettono anche del suo [...] questa band che ha osato, ciò che non si dovrebbe mai fare, ovvero mettersi alla pari di cotanti mostri sacri, e giocare alla pari. In piena crisi economica, le nostre Porte sciorinano una musica, che trasmette voglia di alzarsi e ribellarsi, come accadeva negli anni '70 a chi, vivendo in quell'epoca, si accendeva l'animo ribelle, con la musica dei mostri sacri di quel momento. "
- Roberto Bruno, deliriprogressivi.com (Jan 17, 2013)

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